AEDfemminismo
Associazione Educazione Demografica

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Tel. 035-244337  Fax 035-235660

aedfemminismo@antipredazione.org

Consultori autogestiti
prevenzione primaria
informazione sessuale / salute
contraccezione non violenta
aborto informato
informazione legale
centro documentazione
incontri

 


PIATTAFORMA PROGRAMMATICA

QUALE EDUCAZIONE?

L'AEDfemminismo è un gruppo culturale laico, apartitico, senza fini di lucro, attivo dal 1970, formalizzatosi nel 1973.
Promuove tutte le iniziative (culturali, politiche, sanitarie e sociali) in termini di autogestione per una cultura femminista e per garantire la corretta trattazione del tema demografico e denunciare abusi, violenze e sevizie che, in suo nome, si compiono ai danni del corpo e della mente delle donne.

L'AEDfemminismo ha focalizzato in Italia i livelli d'intervento demografici, corredandoli con le associazioni private e pubbliche impegnate nel settore, evidenziando in tal modo i vari tipi di contraccezione e la loro subordinazione alle varie politiche demografiche.
Rifiuta qualsiasi soluzione verticistica del problema demografico (population planning = pianificazione della popolazione) (1); trova equivoca la pianificazione all'interno della coppia (family planning = pianificazione familiare) (2); in contrapposizione, propugna il diritto di scelta a livello individuale (individual planning) (3) come concreto ed esplicito riconoscimento dell'autonomia della donna.

L'AEDfemminismo è alfiera della promozione dei “consultori femministi autogestiti”, profondamente diversi per idee e organizzazione dai consultori di stato, dai consultori della medicalizzazione, dai consultori clericali e da quelli pseudo autogestiti, per una cultura critica in campo sessuale, sanitario, sociale e demografico, momento di propagazione di un'etica femminista in difesa della salute e della integrità della donna. Ritiene primario il conseguimento di questi obiettivi:
-
Contraccezione autogestita” contro la contraccezione medico/industriale/sperimentale.
- Aborto libero, depenalizzato, contro l'aborto su autorizzazione.
- Distinzione fra sessualità e procreazione.
- Riappropriazione della “vita sana” della donna usurpata dai fautori della medicalizzazione.

Denuncia la diffusa pratica della sperimentazione in vivo sulle donne, soprattutto nell'ambito della contraccezione e nel settore ginecologico/ostetrico, per opera di centri universitari e di strutture pubbliche che giocano sulla gratuità del servizio per procurarsi con facilità delle cavie, e anche di consultori privati, collegati con case farmaceutiche dei cui prodotti si fanno garanti avvalorando, compartecipi, il gioco del profitto o del potere.

Evidenzia come i consultori familiari di stato (costituiti nel 1975) siano configurati come organismi al servizio del potere, finalizzati al controllo del numero della popolazione, canale di trasmissione dei valori dominanti, strumento di manipolazione delle coscienze, baluardo contro la cultura femminista in formazione.

Sottolinea la propria scelta a favore dell'aborto libero in contrapposizione all'aborto legale che considera uno strumento di potere in mano alla classe dirigente ed espressione tipica e inconfutabile della pianificazione autoritaria della popolazione.
Lo ritiene atto personale non addebitabile, né come scelta né come onere economico, alla collettività.

Chiama truffaldini i “centri d'emergenza” che, sfruttando l'ansia delle donne, praticano “aborti preventivi” prima di un test di gravidanza o “aspirazioni mestruali incuranti dei rischi connessi, e definisce criminali i consultori e i medici che somministrano la “pillola del giorno dopo” senza valutarne la necessità, sulle donne che temono una gravidanza.

Afferma che nessuna rivoluzione culturale potrà mai essere proposta in modo veritiero da quanti continuano a favorire la psichiatria e la psicologia nonché la sessuologia e tutte quelle “specializzazioni” che manipolano i problemi umani rinnovando l'aspetto classista e il ruolo subalterno della donna nella nostra società, e promuovendo una deresponsabilizzazione generalizzata dell'individuo.

Sollecita la comprensione della differenza tra informazione sessuale e educazione sessuale.
Propone l'informazione sessuale nel rifiuto del ruolo tradizionale dei sessi e di quei recenti indirizzi educativi che attraverso imposizioni di nuovi modelli sessuali e comportamentali, tendono pur mutando i fini, a mantenere “passivo” il ruolo del singolo.

Dal punto di vista didattico, propone l'inserimento nei normali programmi di insegnamento dell'anatomia e della fisiologia dell'apparato genitale femminile e maschile, lasciando all'esigenza del singolo la ricerca del comportamento sessuale.

Considera la violenza sessuale sulle donne espressione di una società che ancora vive il dualismo “o madre o puttana” e reagisce violentemente al rifiuto della donna di stare nei due ruoli dello sfruttamento.
La speculazione vende il suo corpo in immagine(pornografia), lo usa per stimolare le vendite (pubblicità), lo riduce ad oggetto sessuale (pansesualità), provoca disprezzo e favorisce la violenza.

Ritiene che la prostituzione (espressione tradizionale della società maschilista) non debba essere gestita né da macrò privati, né da macrò di stato, in quanto le miserie sociali devono essere rimosse e non perpetuate con la organizzazione e la propaganda, né tanto meno con la istituzionalizzazione.
Disprezzo e violenza vanno rimosse con l'azione culturale e organizzative femminista, non con i procedimenti d'ufficio autoritari sulla totalità della popolazione femminile.

Anticipa l'incombente pericolo della istituzione obbligatoria della visita prematrimoniale, strettoia di controllo psicologico/comportamentale e genetico della popolazione, occasione di selezione della specie.

Sottolinea come la medicina cosiddetta preventiva, in luogo di rimuovere le cause che provocano le malattie, si alimenti di quelle malattie, non solo, diffonda terrorismo sanitario e la medicalizzazione della “vita sana” che genera ipocondria.
La sua funzione nella migliore delle ipotesi si limita alle diagnosi precoci, nella peggiore genera malattie rebound effect ed handicappati per uso improprio ed abuso di farmaci su donne sane.
Ha come scopo lo sviluppo del terziario sanitario e la soluzione dei problemi occupazionali della classe medica in espansione.

L'AEDfemminismo mette in guardia contro i padroni della vita: scienziati e medici esecutori. Principalmente:
- Contro l'ingegneria genetica che mette in mano a presuntuosi manipolatori di embrioni ciò che era in mano del fato e per diritto naturale, nonostante da sempre usurpato, proprietà della donna.
- Contro le banche del seme e di embrioni, intorno alle quali si accaniscono le associazioni di speculatori che ne rivendicano il monopolio.
- Contro l'eugenetica di stato, alibi per la selezione della specie.
- Contro la chirurgia fetale che si approfitta di donne ignoranti per usarle come cavie per scoprire dal vivo i meccanismi della vita.
- Contro l'eutanasia, non in senso letterale, ma criminale, morte decisa e favorita dal medico. E nel contempo contro la tortura della forzata protrazione della vita vegetativa.
- Contro la sterilizzazione, soprattutto femminile, e qualsiasi altra “amputazione” della integrità fisica e fisiologica che abbassa la “guardia” di autodifesa del proprio corpo e della propria mente.
- Contro la “donazione di organi presunta”, subdola forma autoritaria che sta per esserci imposta travestita da umanitarismo per permettere le esercitazioni ai chirurghi. Il “montaggio umano” dovrà accontentarsi dei volontari.

In sintesi, contro tutte le manipolazioni e controlli autoritari della “quantità” e “qualità” della popolazione, che cercano di imporsi come bene sociale, sulla ignoranza delle masse e soprattutto sulla ignoranza delle donne. Infatti il socialismo attuale (assistenzialismo burocratico) negando l'individualismo critico come completamento di un socialismo umano, si presenta peggiore del distorto concetto di individualismo legato alla proprietà privata, e propulsore di una società dicotomizzata in controllori e controllati.

Nel campo operativo l'attuale impegno dell'AEDfemminismo si esplica su tre direttrici principali:

  1. Azione culturale: approfondimento critico su temi culturali, sociali, sessuali, sanitari, demografici.
    Dibattiti conoscitivi e divulgativi.Autogestione di un “consultorio femminista” informativo/culturale/pratico, su problemi sociali, sanitari e legali. Centro documentazione: biblioteca e emeroteca.

  1. Azione politica: promozione di “consultori femministi autogestiti” ovvero gestiti da donne critiche e non da medici (maschi e femmine), per sviluppare in ciascuna donna un atteggiamento di autonomia che partendo dalla sfera dei problemi sessuali si estenda ad ogni espressione di vita. Impegno per l'abrogazione delle leggi di controllo e condizionamento della donna. Opposizione ai gruppi femminili di potere corresponsabili della promozione delle nuove leggi liberticide. Denuncia delle speculazioni venali nell'area della donna oggetto

  1. Azione sanitaria: pratica della “contraccezione autogestita” cioè non medica, non dannosa, non basata sulla fiducia, ma personalmente verificabile, comprensibile, trasmigrabile da donna a donna. Aborto libero, autogestito a livello informativo. Informazione sanitaria corretta per l'utilizzo critico della medicina, suoi fini e suoi mezzi.

L'AEDfemminismo è sostenuta economicamente dai contributi delle socie e di quanti ne condividono l'ampio e arduo programma.

1970 aggiornamenti 1973, 1984


(1) AIED
(2) UICEMP
(3) AED


 

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